Batte forte il cuore dell’Avis, associazione volontari italiani del sangue a Reggio Calabria. Batte ancora forte dopo 70 anni. Il 23 marzo 1954 veniva fondata a Reggio la prima Avis della Calabria, oggi presente in tutte e cinque le province. Un cammino di solidarietà e gratuità che dalla donazione braccio a braccio, passando per la donazione nei flaconi di vetro, ormai ha raggiunto altissimi standard di sicurezza per chi dona e per chi riceve, con macchinari assolutamente all’avanguardia in grado anche di consentire anche la donazione di soli elementi come le piastrine o il plasma. A Reggio Calabria, questa che è la storia dell’evoluzione della donazione del sangue, si è compiuta fin dagli albori.
La storia
Nel 1954 fu la contessa Evelina Plutino Giuffrè, prima vicepresidente donna dell’Avis nazionale accanto al fondatore Vittorio Formentano, alla cui memoria oggi è intitolata la sezione reggina, insieme alla baronessa Anna Bellinvia Donato a fondare l’Avis a Reggio Calabria. L’opera di radicamento sul territorio è proseguita grazie a presidenti e dirigenti illuminati come Enzo Romeo, Paolo Marcianò e Gaetano Calipari. Al professore Domenico Comi si deve l’avvio del prezioso rapporto con la scuola, interlocutrice per eccellenza per la promozione della cultura della donazione e della gratuità tra le nuove generazioni.
L’attività di sensibilizzazione costituiva già allora, unitamente alla raccolta sangue, il cardine della mission avisina sul territorio. Un’eredità preziosa che è traccia viva nella quotidianità vissuta presso la sede, dove i vari ambienti sono intitolati alla memoria di chi ha iniziato a seminare. Essa, che ospita l’unità di raccolta, dal 2014 insiste in un appartamento confiscato alla criminalità organizzata al 585 del corso Garibaldi.
Donare anonimamente per chi ne ha bisogno
In questo giorno di festa si ricorda quel giorno di settant’anni fa in cui tutto ebbe inizio. Il giorno in cui fu innescato un percorso virtuoso e ancora oggi vivo e attivo, grazie a chi ne ha raccolto il testimone. Un fermento che diventa nuova energia per chi prosegue questa attività preziosa per la nostra sanità e quindi per la nostra comunità. Il sangue raccolto, con donazione gratuita e anonima, infatti serve il presidio ospedaliero, oggi il Grande Ospedale Metropolitano. Tutto il sangue donato in Avis è a disposizione di chi necessiti di una trasfusione per malattie o per traumi. Una collaborazione quella con l’Azienda ospedaliera e con il Servizio immunotrasfusionale cresciuta con l’Avis.
Sulle orme di grandi maestri di vita
«Di questi 70 anni – racconta Mimmo Nisticò, già presidente dell’Avis comunale di Reggio Calabria e oggi tesoriere di Avis nazionale – cinquant’anni li ho vissuti da donatore e da dirigente. Ho avuto il privilegio di conoscere la fondatrice dell’Avis reggina, la contessa Evelina Plutino Giuffrè, autorevole e determinata, che a Reggio fondò anche la Croce rossa e l’Unitalsi. Ho visto l’associazione crescere anche grazie a grandi uomini, dirigenti di alto spessore e miei maestri di vita, Enzo Romeo, Paolo Marcianò, Domenico Comi e Gaetano Calipari. Esempi di integrità e dedizione, che mi hanno trasmesso il valore del volontariato come autentico servizio alla comunità.
Con l’Avis è cresciuta anche la comunità. Eravamo 100 soci con 500 donazioni all’anno. Oggi siamo circa 5000 soci e circa 8000 sono le sacche raccolte ogni anno».
La gratuità e lo spirito di servizio
«Reggio è stata pioniera in questo cammino grazie a persone come Enzo Romeo dal quale spesso ho ascoltato i racconti delle prime donazioni praticate braccio a braccio, direttamente a casa di chi aveva bisogno di trasfusioni. Forte è stato – prosegue Mimmo Nisticò – il contributo dell’Avis alla diffusione della cultura della gratuità della donazione a Reggio. La gratuità è un tratto distintivo della nostra associazione, poi divenuto anche legge nel 1990 con la disciplina per le attività trasfusionali relative al sangue umano ed ai suoi componenti e per la produzione di plasmaderivati. Io iniziai nel 1975 donando sangue intero nei flaconi di vetro. Oggi la raccolta avviene nelle sacche ed è possibile anche trattenere dal sangue il solo plasma o le sole piastrine da donare a un paziente».
La sicurezza per chi dona e per chi riceve
In questi 50 anni tanto è cambiato. C’è stata una importante evoluzione. Adesso la donazione ha raggiunto alti standard di sicurezza.
Leggi disciplinano tutte le fasi, dalla raccolta alla trasfusione. Un’evoluzione che necessita di una comunità sempre più consapevole della responsabilità di donare il sangue, un farmaco salvavita che non è possibile riprodurre in laboratorio e che si può solo donare. Dobbiamo lavorare per coinvolgere le giovani generazioni in questo percorso», ha concluso Mimmo Nisticò, che ormai ha superato le 160 donazioni.
Quando l’Avis è casa…
«Di questi 70 anni dell’Avis comunale di Reggio Calabria, i miei 51 li ho vissuti con lei. Ho iniziato da bambina attraverso mio padre Gaetano Calipari, donatore e storico dirigente. Adesso continuo con il mio impegno di donatrice e di presidente. Per me l’Avis è casa. Dunque posso affermare con orgoglio che l’Avis ha attraversato tutta la mia vita. In questo giorno di festa desidero ringraziare innanzitutto le donatrici e i donatori di sangue che ogni giorno in silenzio stendono il braccio e mettono il cuore per le persone che necessitano di trasfusioni». È commossa Miyriam Calipari, presidente dell’Avis comunale OdV di Reggio Calabria e figlia dello storico dirigente della stessa associazione, Gaetano Calipari.
«Al seguito di mio padre, da piccola venivo in sede, giocavo e mi nascondevo sotto i tavoli. Ogni mattina presto, ricordo che lo sentivo parlare al telefono con Enzo Romeo e Mimmo Nisticò. Tutte le mattine si sentivano prima di incontrarsi in sede. Poi poteva iniziare la giornata lavorativa. Ogni volta che lo vedevo tornare a casa con il cerotto al braccio, sentivo anche io un profondo orgoglio di figlia, come se avesse vinto una medaglia al valore. Conservo tutte le sue benemerenze. E accanto alle sue ci sono anche le mie. È dunque per me un onore, oltre una grande responsabilità, guidare oggi quella stessa associazione alla cui crescita mio padre ha contribuito. Lo è ancora di più, avendo a fianco persone come Mimmo Nisticò che sono per me di famiglia», prosegue Myriam Calipari.
Volontariato: cuore e impegno
«Questo settantesimo compleanno arriva sul finire del mio secondo e ultimo mandato. Sono fiera di avere vissuto anche il precedente anniversario dei 65 anni e adesso spero di consegnare al prossimo direttivo un’Avis pronta a proseguire il cammino.
In questi anni – prosegue ancora Myriam Calipari – la nostra unità di raccolta si è attrezzata, grazie alla collaborazione sinergica con l’azienda ospedaliera, di due macchine di ultima generazione per donare in sede anche il plasma. Altro traguardo è stato l’iscrizione nel registro degli Enti del Terzo Settore. Oggi il volontariato è molto cambiato, si è professionalizzato e qualificato. Sono ormai essenziali competenza e formazione. In quanto Ente del terzo settore, l’Avis comunale reggina è ormai parte integrante di questa evoluzione e le sue attività richiedono certamente più tempo e prevedono maggiori responsabilità. Certo nulla di tutto questo basterebbe se non ci fosse alla base una scelta fatta con il cuore».
Un piccolo gesto per un grande Grazie
«Ringrazio profondamente tutto il direttivo e tutto lo staff ma soprattutto ringrazio chi dona. Senza la loro scelta di amore dei nostri l’Avis non potrebbe aiutare alcuno. Per questo oggi avviamo i nostri festeggiamenti, che saranno scanditi da altre iniziative durante l’anno, con la consegna di oltre 500 benemerenze, assegnate in base al regolamento di Avis nazionale, a chi abbia compiuto almeno 36 donazioni. Un piccolo gesto per dire un grande Grazie».
Anna Foti