
«L’Avis non si è fermata e non si fermerà adesso, nonostante il primo caso di west nile virus registrato nel reggino ieri. Anzi. Secondo i dati dell’istituto superiore di Sanità sono stati, dall’inizio dell’anno, riconosciuti 14 casi asintomatici in donatori di sangue. Donare, dunque, resta un atto essenziale per la nostra sanità oltre che un atto di prevenzione per i nostri donatori».
Rassicura la presidente di Avis comunale Odv di Reggio Calabria, Myriam Calipari, che nulla cambierà per donatori e donatrici che potranno continuare a venire a donare. La prassi ormai consolidata da anni che non prevede più la sospensione di 28 giorni come per i virus Dengue e Chikungunya, ma un test integrativo, per coloro che venuti a donare presso l’unità di raccolta di Reggio avessero soggiornato in zona segnalata, sarà adesso applicata a tutti i donatori. Da oggi, infatti, anche sul territorio metropolitano di Reggio Calabria il centro nazionale sangue ha disposto l’applicazione delle misure di prevenzione per il West Nile Virus.
«L’istituto superiore di Sanità conferma che chi compie la scelta di donare non solo assolve a un dovere civico di grande responsabilità civile ma si sottopone ad una essenziale attività di prevenzione. Dunque la nostra attività di raccolta, che al di là della contingenza che ci vede costantemente in contatto con il Gom per garantire la massima sicurezza della donazione, continua. Prosegue come avvenuto anche in costanza di altre emergenze epidemiologiche di maggiore gravità come il Covid. L’estate, per altro, è sempre un periodo critico, come confermato dal centro regionale Sangue dal quale siamo stati allertati per una forte carenza di sangue nella provincia di Reggio Calabria. Dunque occorre continuare».
Rassicura anche Enrica Pacchiano, responsabile sanitaria UDR dell’Avis comunale Odv di Reggio Calabria.
«Per i donatori non cambia nulla, da anni non è più prevista la sospensione. Dunque potranno venire a donare tranquillamente, anzi, resta necessario ed essenziale per i pazienti che continuino a farlo. Cambierà il lavoro che dovrà essere eseguito a Catanzaro dove, invece di essere sottoposti ad apposito test soltanto le sacche di donatori che abbiano soggiornato nelle aree segnalate come focolai, essendo la disposizione delle misure di prevenzione stata estesa anche all’area metropolitana di Reggio Calabria, dovranno eseguirlo a tappeto su tutte le sacche raccolte nel reggino».